Il pianto del neonato: come interpretarlo

Se sta piangendo, non ti preoccupare!

Fin dal primo giorno di vita, tutti i neonati hanno l'esigenza di comunicare e di esprimere le loro sensazioni. Non potendo ancora parlare, però, l'unico modo che hanno per farlo è attraverso borbottii, singhiozzi, starnuti e, soprattutto, tramite il pianto. Il pianto del neonato è in assoluto la prima forma di comunicazione degli esseri umani: piangendo, un bebè può esprimere fame, rabbia, tristezza, disagi o malesseri anche seri. Il compito di ogni genitore è cercare di interpretare nel modo corretto il pianto del neonato per riuscire a soddisfare i suoi bisogni e alleviare disagi e preoccupazioni. Ma come farlo nel modo giusto? Se non sai più cosa fare e proprio non riesci a decifrare i segnali che ti manda il tuo bebè, sei nel posto giusto. Ecco i consigli di Babygella per imparare a interpretare il pianto del tuo neonato.

pianto neonato

Il pianto del neonato: tipologie e caratteristiche


Il pianto del neonato non è sempre uguale
: può essere più o meno intenso, ritmico, breve o prolungato, può cambiare tonalità e alternare pause, singhiozzi e silenzi. Ma come si interpretano i diversi tipi di pianto del neonato? Ogni neonato può piangere perché ha fame, è a disagio con il pannolino sporco, ha caldo o freddo, è spaventato, stressato, nervoso, o è infastidito da rumori o suoni troppo forti. Per imparare a interpretare i segnali che il tuo bebè ti sta mandando, è importante ascoltare attentamente le caratteristiche del suo pianto, come la durata, l'intensità e il timbro, e imparare a riconoscerle.

Per semplificarti un po' la vita, abbiamo preparato per te una lista schematica dei principali tipi di pianto del neonato per aiutarti a interpretare i bisogni e le esigenze del tuo bebè. In base all’intensità e al tipo di pianto possiamo individuare tre possibili situazioni:

  • Lamenti a bassa intensità che diventano più forti fino a trasformarsi in un pianto ritmico. Questo pianto è molto probabilmente un pianto da fame: un neonato può piangere per questo motivo anche sei volte al giorno.

  • Pianto con tonalità basse e intensità costante. Questo tipo di lamenti sono spesso causati da collera e fastidi provati dal tuo bebè. Le tue cause specifiche di questi fastidi possono essere diverse, come il pannolino da cambiare oppure l’assenza del ciuccio.

  • Pianto intenso e prolungato, alternato a fasi di silenzio, singhiozzi e respiri corti. In questo caso probabilmente il tuo neonato piange a causa di un dolore, come nel caso di coliche o febbre; se questo tipo di pianto persiste per molto tempo ti consigliamo di rivolgerti a un pediatra.

Le 10 principali cause del pianto del neonato


Ora che conosci i diversi modi che i bebè hanno di piangere e di comunicare i loro bisogni, è importante capire quali possono essere le cause scatenanti del pianto del neonato. Un lattante, infatti, può piangere per diversi motivi, dalla stanchezza alla solitudine, e capirne le cause può fare la differenza quando si tratta di intercettare in tempo un bisogno, un capriccio o una sensazione di disagio o malessere. Vediamo insieme quali sono le cause più comuni del pianto del neonato:

  1. La fame: un neonato ha bisogno di mangiare fino a sei volte al giorno e l'unico modo che ha per comunicartelo è piangere. Anche se ha mangiato da poco, non è detto che non abbia più fame. Non è sempre facile capire quale motivazione si nasconda dietro al pianto del neonato. Ecco perché prima di offrirgli il seno o fargli riprendere la poppata è meglio attendere qualche minuto ed escludere altre possibili cause, come ad esempio la necessità di fare un ruttino.

  2. Il pannolino: la sensazione di avere il pannolino pieno è una delle cause principali del pianto del neonato. Oltre al fastidio creato dall'umidità, il contatto con feci e urina può creare pruriti e irritazioni. Ecco perché è così facile che il tuo bebè pianga. Vedrai che quando gli cambierai il pannolino, si sentirà più a suo agio e smetterà.

  3. Il ciuccio: se il tuo piccolo è abituato a usare il ciuccio, potrebbe piangere perché ne sente la mancanza. Non avere paura di darglielo: una volta che l'allattamento e la suzione sono ben avviati, il ciuccio non rappresenta più alcun pericolo e può essere usato per calmare le crisi di pianto del neonato.

  4. La stanchezza: può capitare che un neonato pianga perché è stanco e ha bisogno di dormire. In questi casi ti consigliamo di portarlo in un ambiente tranquillo e di non sovraccaricarlo di attenzioni e distrazioni. Probabilmente ha solo bisogno di rilassarsi con te accanto. Vedrai che alla fine smetterà e si addormenterà.

  5. La solitudine: i bebè sono stati abituati per nove mesi a percepire il caldo abbraccio della pancia della mamma, il suono ovattato della sua voce e i suoi movimenti dolci. Ecco perché quando nascono, ricercano questi gesti negli abbracci, nel contatto visivo, negli odori e può capitare che, non sentendoli per un po', si preoccupino e piangano.

  6. Gli spaventi: suoni e rumori troppo forti potrebbero far spaventare il tuo bebè e provocare delle crisi di pianto. Cerca di tenere il tuo piccolo lontano da fonti di rumore e, se dovesse spaventarsi, cerca di confortarlo con un abbraccio e delle parole rassicuranti. Vedrai che si calmerà e smetterà di piangere. Fai attenzione però, è sempre meglio evitare di scuoterlo o scrollarlo, potresti causargli danni irreversibili al cervello.

  7. Il caldo o il freddo: i neonati non sopportano le temperature troppo elevate o troppo basse e per fartelo capire non hanno altro modo che piangere. Cerca di coprirlo allo stesso modo in cui ti copriresti tu e non esitare ad aggiungere o togliere uno strato se ti accorgi che il tuo bebè sta sudando o ha freddo, vedrai che si sentirà meglio e non piangerà più (almeno per questo motivo). Copri bene il tuo bebè e mantienilo sempre ben idratato aiutandoti con una crema idratante neonato; in questo modo diminuirai anche le possibilità che il tuo piccolo sviluppi la dermatite da freddo.

  8. Lo stress dei genitori: i neonati percepiscono il tuo stato d'animo e, in caso di stress, nervoso o rabbia, si stressano a loro volta sfociando in un pianto. Ecco perché dovresti cercare il più possibile di mantenere un tono di voce rilassato e accondiscendente, soprattutto con i più piccini.

  9. Le coliche: soprattutto nei primi tre mesi di vita può capitare che il neonato scoppi in lacrime, urli e si dimeni senza apparenti motivi. Molto probabilmente si tratta di coliche gassose, meglio note come crisi di pianto inconsolabile. Queste crisi sono appunto caratterizzate dall'impossibilità di tranquillizzare il bebè. Le cause di questo fenomeno non sono ancora state provate, un tempo si credeva che fossero legate alla presenza di aria nel pancino, mentre oggi è più facile che vengano attribuite alla mancanza di un vero e proprio equilibrio del meccanismo sonno-veglia. Se il pianto persiste, ti consigliamo di mantenere la calma e di rivolgerti a un pediatra, nella maggior parte dei casi si tratta di un disturbo che si risolve da solo dopo il terzo mese. Cerca sempre di calmare il tuo piccolo con pazienza e delicatezza e vedrai che alla fine smetterà di piangere.

  10. La febbre e altre patologie: può capitare che il tuo piccolo pianga perché ammalato. La febbre, ad esempio, è una delle cause scatenanti più comuni del pianto del neonato. Se ti accorgi che il tuo bebè ha la febbre o soffre di altre patologie, rivolgiti al tuo pediatra per una diagnosi più accurata e dei consigli più efficaci.

Pianto del neonato: come captare i segnali d'allarme


Non tutte le crisi di pianto del neonato si risolvono in autonomia
 coccolando o allattando il nostro bebè. A volte i nostri piccoli stanno vivendo delle situazioni delicate che prevedono l'intervento di un pediatra.

In questi casi, ti consigliamo di contattare il pediatra per accertamenti più precisi: la tempestività può evitare altre conseguenze.

Gli 8 consigli di Babygella per calmare il pianto inconsolabile del tuo neonato


Se il tuo bebè piange pur non manifestando disturbi specifici seri, probabilmente le cause sono da ricercare tra quelle più comuni come la fame, il pannolino sporco o lo stress. In questi casi, puoi consolare il tuo piccolo con questi 8 semplici consigli:

  1. Prendilo in braccio, cullalo delicatamente aiutandoti con dei piccoli colpetti;

  2. Fagli ascoltare dei rumori piacevoli che gli ricordino i suoni ovattati del grembo materno come la pioggia o i rumori elettrici;

  3. Portalo in auto, la velocità di crociera unita al rumore della strada lo faranno crollare;

  4. Dagli il ciuccio, come abbiamo già visto, se il tuo piccolo è già abituato all'allattamento e alla suzione, non corri alcun rischio;

  5. Avvolgilo in fasce: si sentirà accolto e protetto come nella pancia della mamma e si tranquillizzerà;

  6. Fagli fare il ruttino, molto spesso la sua disperazione è dovuta dalla difficoltà di liberarsi;

  7. Fallo mangiare se ha fame, ma senza esagerare: l'alimentazione eccessiva per cercare di calmarlo non è mai una buona pratica;

  8. Usa tettarelle con il foro più piccolo se il tuo bebè mangia troppo velocemente e fatica a digerire.


Ci sono anche neonati che riescono a calmarsi e rilassarsi con un massaggio. Specialmente dopo il bagnetto e prima di andare a nanna, il massaggio può aiutare a calmare il pianto del bambino. Aiutati con un olio di mandorle neonato e condivido al meglio questo delicato momento genitore-figlio.

mamma coccola neonato dopo pianto

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